Le viti a Piedefranco: il nostro legame con la storia

La storia della vite è intrecciata con quella della nostra civiltà. A partire dai primi enoici passi nella Mesopotamia fino ai giorni nostri questa pianta è stata, nel bene e nel male, co-protagonista dello sviluppo sociale, economico e culturale della nostra civiltà.
C’è stato un periodo buio iniziato nel 1868 nel quale la fiorente attività vitivinicola fu stroncata da un piccolo insetto altamente distruttivo.
La Fillossera (phylloxera vastatrix) è un piccolissimo insetto che vive negli strati più profondi dei terreni e che attacca le radici delle viti dissecandone la pianta e impedendone quindi la corretta crescita.
Tutta l’Europa fu colpita da questo flagello che arrivò dal Nord America e che fu sconfitto soltanto alla fine del 1800 quando un’intuizione dei francesi risultò vincente: innestare la Vitis Vinifera europea su barbatelle americane che si dimostravano resistenti e refrattarie all’attacco della fillossera.
Questo ha salvato la viticoltura europea da una catastrofe immane ma ha pregiudicato in maniera irreparabile il DNA dei ceppi autoctoni europei.

La rivincita dei terreni difficili

Uva Vermentino di Gallura su piedefranco a Badesi

Alcune zone in Francia e Italia si sono salvate da questa catastrofe perché i terreni sui quali insistevano le viti e le particolarità pedoclimatiche non permettevano ai parassiti di svilupparsi e attaccare le piante.
In Sardegna si sono quindi sviluppate zone particolari per conformazione del suolo che hanno permesso di portare avanti la coltivazione delle viti così come erano prima del 1868, cioè prima dell’attacco della fillosera.

Terreni particolarmente sciolti nei quali l’insetto non poteva attaccare la pianta che hanno permesso lo sviluppo dell’allevamento a piedefranco come sui terreni sabbiosi di Badesi.
Le uve allevate a piedefranco possono essere definite come le vere uve autoctone con caratteristiche che non si possono ritrovare in altre uve della stessa varietà ma coltivate su barbatella americana.
Il piedefranco, al contrario della vite americana, limita la vegetazione e la produttività della vite dando quindi basse rese che si caratterizzano per l’alta qualità e concentrazione delle sostanza polifenoliche.

La maggior parte delle vigne della Cantina Li Duni sono coltivate a piedefranco con allevamento ad alberello e a Guyot che risultano essere le tipologie migliori per sfruttare al meglio le caratteristiche del nostro territorio.